Poco più di un anno fa io e il mio amico M'Ugly eravamo in Portogallo....
Davide ha voluto raccontare la nostra storia ....
eccola ... attraverso le sue parole .......
Quattro
ruote, quattro gambe, quattro zampe…
di
Davide Stanic
“Se
i cani vivessero quanto gli umani, avremmo una certezza granitica: un amico
vero per tutta la vita”.
E
proprio così la pensa Massimiliano Bravi, di Salsomaggiore Terme, ciclista e
artigiano di due ruote a pedali quando, insieme al suo inseparabile M’Ugly,
un bellissimo Australian
Cattle
Dog, ha scelto di trascorrere insieme tutto il tempo a disposizione, lavoro,
quotidianità e passioni incluse.
A
unirsi a Max
e M’Ugly
anche Maurizio Angella, appassionato di viaggi e biciclette.
Se
il detto “chi trova un amico trova un tesoro” è vero, Max
è davvero un uomo ricco, con due amici così.
Partiamo
dall’inizio però. Conobbi Massimiliano Bravi al BAM di primavera, alla Rocca di
Noale (Ve). Aveva appena concluso il giro del sabato sulla sua Gravel.
Non realizzai immediatamente ma poi compresi il perché di quel cesto nero, con
tanto di parabrezza aereodinamico e ricoperto di adesivi, che faceva bella
mostra di sé sulla sua due ruote. Quello era il posto del “copilota”, un
cucciolo di Cattle
Dog di nome M’Ugly
che, dopo la pedalata, se ne stava disteso, pacifico e soddisfatto, accanto
alla tenda a igloo che il suo umano aveva montato da poco. Non più distante di
un metro, Maurizio Angella.Non
era la prima volta che incontravo ciclisti in compagnia dei loro amici a
quattro zampe. Quella soluzione di trasporto del peloso però, mi incuriosì.
Così mi fermai a parlare con Max
e venne fuori il progetto delle prossime settimane: un viaggio in fat
bike, lungo la costa ovest del Portogallo, da sud a nord, passando per Fatima e
con meta finale Santiago de Compostela e Finisterra.Dovete
sapere
che adoro gli animali e i cani in particolare. Quindi il progetto di Max
e Maurizio mi conquistò immediatamente. Mi piaceva poi l’idea di poter
condividere con gli amici pelosi anche le nostre passioni più intense,
ingegnandosi per non doversi separare da loro nemmeno in viaggio. Se è vero che
sempre più famiglie italiane condividono la vita con degli animali, questa
avventura era proprio la ciliegina sulla torta e andava raccontata.
Eppoi
sembrava destino. Non solo io avevo in programma un viaggio col mio cagnolino
Oliver ma, al BAM, incontrai pure Willy Mulonia
che, in uno dei suoi viaggi, da qualche parte in Perù, si ritrovò tra le
braccia un grumo di pelo che rotolava nella neve da una montagna. Lo adagiò nel
portapacchi anteriore dentro una sua felpa e, insieme, continuarono il viaggio.
Quel cane lo seguì anche in Italia, diventando parte della famiglia.Da
quel
momento iniziai a seguire il progetto del trio sui social e in privato.Il
percorso
era particolarmente interessante. Per la maggior parte si trattava di pedalare
lungo spiagge oceaniche. Ecco spiegata la scelta di due fat
bike. Non solo. Massimiliano di mestiere è un artigiano. Realizza e vende le
sue biciclette, costruite nel suo laboratorio con passione e competenza,
consigliando i clienti in prima persona, forte delle sue personali esperienze a
pedali, dei test e di tanto studio. ( www.madfat.it)
Un
migliaio di chilometri da percorrere prevalentemente
su
sabbia, con biciclette stracariche, gravate dal peso di tende e materiale tecnico
. Non è
stato semplice, diciamolo subito. In Portogallo, un cane, non è il benvenuto
nei locali pubblici, negli alberghi, in bar, ristoranti e negozi. La presenza
dell’amico Maurizio è stata fondamentale. E neppure le persone incontrate
durante il viaggio si sono dimostrate ostili. A volte sono state le leggi
portoghesi a relegare la brigata a mangiare all’aperto o nei retrobottega. In
linea di massima però, la gentilezza e la disponibilità non sono mai mancate
negli incontri portoghesi.
Per
ovviare ai problemi logistici, il trasferimento dall’Italia è stato fatto in
automobile. Questo ha regalato maggiore autonomia e comodità. Di contro la
stanchezza per le tante ore al volante non è stata trascurabile.
Indimenticabile
la visita a Fatima, a Porto, con le sue meravigliose cantine e il tipico vino
di Porto, bianco o rosso, dolcemente aromatizzato, a Vigo, in terra spagnola
che nel 1982 ospitò l’indimenticabile Italia di Bearzot che vinse il mondiale
e, più tardi, l’arrivo a Santiago de Compostela, con le guglie della cattedrale
che salutano da lontano i pellegrini e ospitano le spoglie dell’apostolo
Giacomo.
Per
Maurizio, quella del Camino de Santiago, non era una novità assoluta. Lo erano
la compagnia di un cane e l’itinerario portoghese. “Certo, serve spirito di
adattamento- ribadisce Angella- bisogna rallentare, seguire i ritmi di un cane,
soprattutto un cucciolo, ma con un po’ di pazienza si supera ogni inghippo. Non
ci sono stati momenti di tensione con Massimiliano, che ha però sempre troppa
fame, e i piccoli e grandi guai li abbiamo affrontati insieme. Né è mai venuto
meno l’aiuto delle persone che abbiamo incontrato, un aiuto prezioso. Un
aspetto negativo però c’è: è finito tutto troppo presto”.
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